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LA STORIA DI ENRICO

Il morbo di Creutzfeld-Jacob comunemente detto “mucca pazza” ha fatto una nuova vittima; un uomo di 47 anni di Lonato Pozzolo.

Enrico Fucci è deceduto il 20 dicembre del 2013 all’ospedale di Busto Arsizio. La malattia si è manifestata con problemi ormai noti e caratteristici di questo tipo di patologia neurodegenerativa: stanchezza, problemi alla vista, difficoltà motorie.

POSSIBILITA’ DI DONARE PER IL PROGETTO DI RICERCA

Caro/a Amico/a,

Mi chiamo Maria Luisa Ventriglia.

Nel 2009 ho perso mio figlio, Gianluca, a soli 33 anni.

La sua morte è sopraggiunta in seguito ad una terribile malattia neurodegenerativa.

Per quanto dopo tanti anni non sia stato possibile giungere a una diagnosi certa, l’ipotesi più accreditata sembra ricondurre a una “encefalopatia spongiforme bovina”, il cui nome scientifico è nuova variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob.

Per questa malattia, che l’opinione pubblica ha imparato a conoscere con il nome di “morbo della mucca pazza”, non è stata ancora trovata una cura. Le possibili vie di trasmissione sono numerose (alimentazione, vaccini, trasfusioni, trapianti).

Recentemente in Gran Bretagna la stampa ha reso noti i risultati di una ricerca condotta da numerosi scienziati.

Questo studio ha dimostrato che una persona su duemila è portatore dell’agente patogeno che può causare questa malattia. Considerando il lento decorso di questa patologia (dai dieci ai venti anni), si può solo provare a immaginare l’impatto che ciò potrà avere sulla società.

Ciò che è accaduto a mio figlio e alla mia famiglia purtroppo potrebbe accadere a tante altre persone. A chiunque.

Proprio per questo motivo, invece di restare chiusa nel mio dolore di madre, ho voluto creare un’associazione che, in memoria di mio figlio, possa dare un contributo concreto affinché si trovi una cura per questa terribile malattia.

Con questa lettera Ti chiedo di aiutarmi a raggiungere l’obiettivo: finanziare un progetto di ricerca.

Il primo mattone ho voluto metterlo io, con le mie forze e con le mie mani, ed è stato quello di scrivere un libro che racconta la storia di Gianluca. I proventi di questo libro, che s’intitola (Tutta La Verità) Nero su Bianco, saranno interamente devoluti al finanziamento del progetto di ricerca.

Sono certa che l’unico modo per sconfiggere questa malattia sia attraverso il circolo virtuoso della condivisione e della partecipazione.

Ognuno di noi può mettere il suo mattone. E’ proprio per questo che mi auguro che anche TU voglia mettere il tuo mattone, decidendo di essere parte di
questo progetto, che potrebbe salvare molte vite.

Io ci credo. Noi come associazione ci crediamo. Grazie al supporto di chi condivide con noi questo progetto, continueremo a farlo, nella certezza di contribuire così al futuro di tutti.

Grazie,
Maria Luisa Ventriglia